Esiste un passaggio segreto che dalla foce dell’Olmitello, alle spalle della spiaggia dei Maronti, conduce sulla vetta del Monte Epomeo? È solo uno degli interrogativi emersi nella puntata di Voyager andata in onda lunedì 3 agosto 2015 in prima serata su Rai Due. Tema della puntata, la “Teoria della Terra Cava”, l’idea -cioè- che il centro della terra sia vuoto e abitato da una civiltà, gli Agharti, assai più evoluta del genere umano. L’Epomeo, secondo i seguaci di questa teoria, sarebbe uno dei punti di ingresso per il centro della terra, e perciò il bravo Roberto Giacobbo è venuto, troupe al seguito, a rendere omaggio all’isola d’Ischia e al suo gigante buono.
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"Cercare il fantastico nella storia e il vero nella leggenda": è questa la mission di Voyager, e nel caso dell’isola d’Ischia, c’è da dire, storia e leggenda sono intrecciate a tal punto da non riuscire, spesso, a districare l’una dall’altra. Come nel caso delle Grotte di Mavone nella baia della Scannella, o come per la più celebre Grotta del Mago attorno la quale, negli anni ‘30 del secolo scorso, vi fu un’accesa disputa tra i sostenitori dell’origine umana dell’anfratto e chi - tra questi lo scopritore della Coppa di Nestore Giorgio Buchner - riteneva invece la grotta naturale esito dell’erosione marina. Sullo sfondo, la leggenda di un mago, un gigante dalla lunga e folta chioma bianca, protettore dei pescatori che nella grotta trovavano rifugio da temporali e mareggiate. Un gigante quindi, come pure giganteschi sarebbero gli abitanti della mitica capitale di Agharti, Shamballa, avvistati dall’Artico all’Antartico, passando per Ecuador, Egitto, Bosnia e, appunto, Ischia.
Nel corso della puntata Giacobbo ha intervistato Massimo Coppa (nell'immagine di copertina), apprezzato giornalista locale con la passione per i misteri e le diverse storie irrisolte che riguardano più o meno da vicino l’isola. Coppa si è soffermato sulla base Nato a poche decine di metri dall’eremo di San Nicola e sulla circostanza, cui si è accennato in apertura, secondo la quale una piccola flotta di soldati americani, durante la II guerra mondiale, sarebbe sbarcata ai Maronti scomparendo nel canyon dell’Olmitello.