Giuseppe Garibaldi (Nizza, 1807 - Caprera, 1882) arrivò nel porto di Ischia il 19 giugno 1864 a bordo dell’Undine, yacht del Duca di Sutherland, amico dell’"eroe dei due mondi" e, soprattutto, tessitore delle relazioni diplomatiche tra il Re Vittorio Emanuele II e il rivoluzionario nizzardo.
Garibaldi giunse sull’isola sotto consiglio del suo medico curante per guarire definitivamente la ferita al piede rimediata due anni prima nel famoso conflitto a fuoco con i bersaglieri in Aspromonte, quando, contravvenendo ai diktat del governo e di Vittorio Emanuele II e incurante del fatto che Napoleone III, unico alleato della dinastia sabauda, era anche protettore del Papa, aveva provato a risalire, dalla Sicilia, il Mezzogiorno d’Italia per annettere con la forza la capitale pontificia.
Il soggiorno ischitano, nonostante il suo carattere strettamente riservato, mise in allerta tanto i Garibaldini napoletani quanto le milizie a disposizione di Francesco II, re dell’ormai ex Regno delle Due Sicilie: i primi desiderosi di accellerare sull’annessione di Roma e Venezia e contrari alla strategia sabauda che invece spingeva per dare precedenza all’annessione della Galizia; i secondi eccitati dalla possibilità di eliminare l’odiato Generale. Nonostante i "rumors" provenienti dalla vicina Napoli la permanenza ischitana di Garibaldi fu tutto sommato tranquilla, disturbata soltanto dall’invadenza festosa della Banda Musicale di Forio, capitanata dal Maggiore della Guardia Nazionale Giovanni Pezzillo, e dalla folla di curiosi riunitasi davanti alle Terme Manzi a Casamicciola Terme.
Lo storico locale avv. Nino D’Ambra nel bel libro "Giuseppe Garibaldi, Cento vite in una" ( A.G. Grassi Editrice-Napoli, 1983) fa un reportage dettagliato dei 30 giorni sull’isola d’Ischia del capo dei Mille, condito di numerosi e simpatici resoconti della stampa locale, come quello di seguito riportato:
"Lo yacht de lo Duca de Sutherland, che lo portava arrivaje nnante Ischia a le 10,30 de la matina. Garibaldi non scennette nterra là pe llà, ma doppo avè ricevute paricchie visete a buordo, specialmente de lo Sinnaco d’Ischia nforma privata; mmerzo le 14,30 partette dinto a na varca pe Casamicciola. Pigliaje alloggio a la Casina de la famiglia Manzi, addò dinto a ppoco erano state fatte tutte li preparative. La popolazione de lo paese se scetaje comme da nu suonno, tanto fuje lo piacere a la ntrassata. La banna co lo Maggiore de la guardia nazionale de Forio, a lo momento de l’annunzio partette subito pe Casamicciola" [...]
[Lo yacht del Duca di Sutherland che lo trasportava arrivò ad Ischia alle 10,30 della mattina. Garibaldi non scese subito, ma dopo aver ricevuto parecchie visite a bordo, specialmente del Sindaco d’Ischia in forma privata. Verso le 14,30 partì a bordo di una barca per Casamicciola. Prese alloggio alla Casina della famiglia Manzi, dove in poco tempo erano stati fatti tutti i preparativi. La popolazione del paese si svegliò come da un sonno, tanto fu l’improvviso piacere. La banda con il Maggiore della della guardia nazionale di Forio, appresa la notizia partì subito per Casamicciola].
Le cure termali cui Garibaldi si sottopose prevedevano una terapia a base di docce e bagni di acqua termale estratta e mescolata dalle due diverse fonti del Gurgitello, cui attingevano le Terme Manzi, e la poco distante sorgente dell’Occhio o del Bagno Fresco, sempre a Casamicciola. A completamento della terapia un ciclo di stufe a vapore naturale presso lo stabilimento di San Lorenzo al confine tra Forio e Lacco Ameno.
Tuttavia il ciclo di cure subì una prima battuta d’arresto quando, dopo soli quattro giorni dal suo arrivo alle Terme Manzi a Piazza Bagni, Garibaldi e il suo entourage, con lui il figlio Menotti, decisero di trasferirsi nella più tranquilla villa Bellevue, di proprietà di tale Saverio Zavota, noto sull’isola per le sue simpatie liberali. Nella quiete della parte alta di Casamicciola Garibaldi proseguì le sue cure non senza accesi conciliaboli tra la sua équipe medica e il medico delle terme Manzi, il dottor Antonio Mennella.
Il 19 luglio, esattamente un mese dopo il suo sbarco a Ischia, Garibaldi si imbarcò sullo Zwavo di Palestro lasciando definitivamente l’isola, accompagnato però dall’immancabile, festosa e rumorosa banda musicale di Forio.