L’appellativo di “isola verde”, per Ischia, non è un riuscito slogan promozionale, ma l’esatta definizione della grande varietà di specie vegetali proliferate, nei secoli, grazie alla natura vulcanica del suolo.
La vite è senza dubbio la pianta simbolo della vegetazione del territorio. Ancora oggi, in località Piano Liguori (Ischia), è possibile ammirare la presenza di impianti autoctoni particolarmente longevi, ben oltre il ciclo produttivo normalmente associato a una vite.
L’olivo è un’altra pianta da frutto presente da secoli nel paesaggio rurale isolano. Va detto però che la produzione che se ne ricava, non è minimamente paragonabile a quella vinicola, che rappresenta, a tutt’oggi, il fiore all’occhiello dell’agricoltura ischitana.
Sempre a proposito di specie da frutto a Ischia sono diffusi pure limoneti, agrumeti (molto diffusi gli alberi di mandarino) e non mancano peschi e meli.
Favoloso!
Più interessante volgere l’attenzione alla flora spontanea che cresce sull’isola. La varietà di piante erbacee, aromatiche e sub arbustive che cresce naturalmente sul territorio è impressionante. Abbondanti e di largo impiego in cucina
troviamo: rosmarino, alloro, salvia, menta, origano, maggiorana, piperna.
Sulle parracine, i caratteristici muri a secco che delimitano i terrazzamenti lungo i pendii collinari, possiamo trovare i capperi e l'infestante rovo, pianta della famiglia delle Rosaceae, i cui i frutti, le more, sono molto saporiti.
Di prevalente uso ornamentale troviamo invece il mirto e il corbezzolo. Presente anche la ginestra, molto presente nelle rupi a valle di località Cavallaro (Forio). Sono tutte piante dall’andamento arbustivo, che si adattano benissimo ai terreni sottoposti a lunghi periodi di siccità, come quelli ischitani e della macchia mediterranea in genere.
Menzione a parte per il succulento fico d’India. Questa pianta, originaria del Messico, ma naturalizzata in tutto il bacino del mediterraneo, ad Ischia è stata storicamente utilizzata come barriera frangivento, o come limite di confine tra due diverse proprietà.
Per quel che riguarda il patrimonio boschivo, le specie botaniche prevalenti sono il leccio, il castagno e il pino domestico. Presenti, in minor quantità, anche alcune querce secolari ed acacie.
Poco sotto la vetta del Monte Epomeo c’è un bellissimo bosco di castagni, la Falanga che reca numerose tracce dell’antica architettura agreste dell'isola:
case di pietra, cellai, massi adattati a ricoveri temporanei, le caratteristiche fosse della neve (vasche scavate nel terreno per la conservazione della neve) sono un’ulteriore testimonianza della prevalente identità contadina degli isolani.
Il sotto bosco e la sotto vegetazione dei terreni incolti sono l’habitat ideale del coniglio selvatico, il Re indiscusso della fauna selvatica che popola l’isola d’Ischia. Quest’animale erbivoro vive in tane sotto terra, per lo più, in colonie senza distinzioni di sesso, ma capita di osservarne anche in coppia. Il comportamento obbedisce ad una precisa gerarchia interna, in cui il ruolo di capobranco è appannaggio del maschio anziano.
Traccia inconfondibile della sua presenza la copiosa quantità di escrementi depositata nell’area in cui si muove, la cui estensione è direttamente proporzionale alla disponibilità di cibo. Da anni, la sempre minore disponibilità alimentare, effetto della forte antropizzazione del territorio, sta provocando un lento e progressivo declino della specie, anche se, considerata la notoria capacità riproduttiva dell’animale, non siamo ancora oltre i livelli di guardia.
Molti e di importante pregio ambientale i volatili che lambiscono l’isola nelle loro migrazioni dall’Asia, dall’Africa al nord Europa, e viceversa. Su tutti, la beccaccia, “la regina dei boschi” che, nel mese di novembre, mentre si dirige a nord per nidificare, e a marzo, di ritorno dalla nidificazione, è una presenza fissa nei boschi ischitani.
In primavera è facile incontrare anche l’upupa, l’airone cenerino e, a maggio, le quaglie che risalgono le coste volando rasenti sul mare.
Interessante notare, infine, come le modificazioni climatiche che, secondo gli esperti, tenderebbero ad una accentuata tropicalizzazione dei territori dal clima mite, come Ischia, abbiano prodotto cambiamenti sostanziali nelle abitudini di alcune specie di volatili, come le tortore e i merli, che hanno abdicato alla loro natura migratoria trasformandosi in uccelli stanziali. Oggi a Ischia se ne incontrano in grosse quantità e sono spesso di ostacolo alla buona riuscita dei raccolti.